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Spesso si sente parlare di intranet cloud. Ma di che cosa si tratta?

Intranet cloud o private cloud?

Per Intranet, solitamente si intende una rete privata accessibile solo agli elaboratori che ne fanno parte. Il caso classico era la Rete Locale LAN aziendale. Solo i PC effettivamente connessi alla rete aziendale potevano accedere ai dati, ai documenti ed alle risorse condivise.

La Rete Locale sostanzialmente può essere definita come un insieme di elaboratori connessi tra loro, ma non aperta al pubblico.

Non a caso il termine Intranet è sempre stato considerato come l’opposto di Internet. Laddove Internet si riferisce a tutto ciò che è aperto e pubblico, Intranet si riferisce a tutto ciò che è chiuso e privato.

Anche lo studio legale, solitamente, ha la sua rete intranet. Si compone degli elaboratori (fissi o notebook) dei vari avvocati dello studio ed ha la funzione di consentire ai componenti dello studio di condividere una risorsa fisica (ad esempio, una stampante) ovvero di condividere dati o informazioni (es. documenti e altri file contenuti in cartelle di rete).

La logica alla base della rete intranet è, senza dubbio, quella di consentire una migliore collaborazione tra i membri di una determinata realtà aziendale. Tuttavia, si tratta di un’opzione che ha i suoi punti a favore ma, al tempo stesso, ha anche delle controindicazioni:

  1. la configurazione della rete locale, in genere, richiede l’intervento di un tecnico esperto ( che spesso è un consulente esterno );
  2. vi possono essere eventuali incompatibilità tra i sistemi ( la presenza di PC windows, notebook apple o sistemi linux può rendere la configurazione iniziale più complessa );
  3. la sicurezza informatica diventa un elemento da non trascurare ( un attacco portato ad uno degli elaboratori della rete locale potrebbe consentire ad un utente malintenzionato di accedere a dati e a informazioni che potrebbero anche avere natura di dati sensibili )

Di qui si spiega, invece, il successo del cloud.

Che cos’è il cloud?

Secondo la definizione di un autorevole autore per Cloud Computing si dovrebbe intendere:

A style of computing where scalable and elastic IT capabilities are provided as a service to multiple customers using Internet technologies

I due concetti fondamentali che sono alla base del cloud sono la scalabilità e l’elasticità:

  • si possono variare in qualsiasi momento le risorse informatiche da assegnare all’utente;
  • le modifiche possono essere effettuate in tempo reale.

In parole povere, nell’universo del cloud le risorse informatiche divengono servizi accessibili tramite la rete internet. Gli esempi sono innumerevoli, ma vorrei citare, in particolare, dropbox.

Dropbox costituisce, a mio modesto avviso, l’evoluzione più conosciuta dei sistemi di condivisione dei documenti. Essenzialmente, i documenti vengono caricati all’interno dei server della società americana e tramite l’applicazione viene consentito l’accesso agli utenti autorizzati.

Quali sono le differenze rispetto al passato?

  1. I documenti non sono più memorizzati nei server aziendali, bensì nei server di un terzo (Dropbox Inc., per l’appunto)
  2. Gli utenti, a prescindere dal tipo di sistema utilizzato, sono posti in condizione di accedere ai dati semplicemente tramite l’applicazione e un comune collegamento internet.

Le criticità del cloud

Il passaggio alla nuvola comporta una serie di criticità, sia dal punto di vista tecnologico sia dal punto di vista legale.

Il primo profilo da analizzare riguarda la sicurezza dei sistemi sui quali andremo a salvare i nostri dati. Sono sicuri? Chi ce lo garantisce? Siamo in grado di escludere che terzi non autorizzati possano accedere ai nostri dati?

Ebbene, la risposta è senza dubbio negativa.

Possiamo ragionevolmente aspettarci che operatori quali Google o Dropbox adottino tutte le migliori cautele e best practice in materia di sicurezza informatica ma non possiamo, in alcun modo, averne certezza piena.

Un mio caro amico, ex hacker ed esperto di sicurezza informatica, non a caso mi ha sempre detto:

Il modo più sicuro di proteggere i propri dati nel cloud è: NON USARLO!

Anche dal punto di vista che più mi interessa, ossia quello legale, ravviso una serie di criticità più che rilevanti:

  • spesso i cloud provider sono collocati al di fuori dell’Unione Europea, per cui si pone la necessità di prendere in considerazione la complessa disciplina sul trasferimento dei dati al di fuori della UE;
  • in secondo luogo, nel momento in cui comunico determinati dati al Cloud Provider o lo nomino responsabile del trattamento o dovrei richiedere un consenso agli interessi per la comunicazione dei loro dati a terze parti;
  • chi decide sulle finalità e modalità del trattamento? Il sottoscritto o il cloud provider?
  • come si può riottenere il possesso dei propri dati?

Le criticità, come vedete, sono molteplici, ma non intendo in alcun modo affermare che il Cloud sia il male.

Anzi, il paradigma del cloud ha offerto così notevoli vantaggi che appare veramente difficile rinunciarci.

Un esempio? Trovarsi fuori ufficio e dover controllare velocemente un documento necessario per una riunione e di cui non si ha copia cartacea. Due click con Dropbox et voilà!

Ma come si possono conciliare i pro e i contro?

Intranet cloud (o Private Cloud)

A mio modesto avviso, la soluzione ottimale diventa il Private Cloud che, sostanzialmente, può essere così definito:

Si tratta di un cloud in cui il bacino di risorse informatiche è accessibile da una sola organizzazione.

Nell’ambito del private cloud possiamo ulteriormente distinguere:

  1. il cloud privato puro in cui l’infrastruttura IT è nella disponibilità fisica dell’organizzazione e gli utenti autorizzati accedono tramite la rete internet;
  2. il Virtual Private Cloud in cui la struttura di un cloud pubblico viene modificata per raggiungere un determinato livello di isolamento tra le risorse informatiche di competenza dell’organizzazione e quelle di terzi.

A mio avviso il cloud privato puro è quello che più si avvicina a una vera e propria intranet cloud.

Una rete locale che diventa accessibile da qualsiasi dispositivo autorizzato, in qualunque momento e senza le complessità di integrazione e di compatibilità tra sistemi diversi.

Un esempio a basso costo è costituito dal My Cloud di Western Digital che offre una soluzione all-in-one più che adeguata per piccole realtà.

Per utenti più avanzati consiglio di utilizzare il software open source di own cloud. Si tratta di un interessante progetto di una comunità di sviluppatori che consente a un qualsiasi utente che abbia a disposizione un PC-SERVER di creare una risorsa IT facilmente accessibile in rete e facilmente sincronizzabile con altri device.

Abbiamo, quindi, evidenziato come il concetto di intranet cloud possa essere ricondotto a quello di private cloud e consentire, quindi, di combinare i vantaggi della Intranet con quelli della nuvola.

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