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Interessante pronuncia della Corte distrettuale della California, resa il 30 Gennaio 2012, in una controversia, tuttora in corso, relativa alla titolarità di un account twitter personale ma utilizzato per promuovere i servizi di un’impresa.

La questione traeva orgine dalla condotta di un ex-dipendente della società PhoneDog che, durante il periodo in cui prestava la propria attività lavorativa alle dipendenze di quest’ultima, utilizzava l’account twitter personale per diffondere informazioni per conto della predetta società e per promuoverne i relativi servizi. Peraltro, nella denominazione dell’Account, oltre all’identificativo del creatore (l’ex-dipendente) era ben presente anche quello della società (PhoneDog).

Successivamente all’estinzione del rapporto di lavoro, il soggetto in questione ha continuato ad utilizzare il medesimo account twitter per conto del nuovo datore di lavoro (trattenendo, così, gli oltre 17.000 followers), procedendo, solo in un secondo momento, ad eliminare ogni riferimento alla società Phonedog.

Di qui l’azione legale intentata da PhoneDog nei confronti del proprio ex dipendente per appropriazione di segreto industriale e interference with prospective economic advantage.

Il convenuto, una volta citato in giudizio, ha tempestivamente provveduto a presentare le rituali istanze per la reiezione immediata della domanda attorea, in particolare, perché, a suo dire, l’attrice non avrebbe fornito la prova dell’interference with prospective economic advantage essendosi limitata ad asserire una probabile diminuzione dei propri introiti pubblicitari.

La Corte, tuttavia, con la pronuncia del 30 gennaio u.s., ha, invece respinto l’istanza del convenuto.  Ad avviso dei giudici della California, PhoneDog ha analiticamente e compiutamente dimostrato che una porzione significativa dei propri introiti deriva dagli annunci pubblicitari sul proprio sito internet e che PhoneDog riceve ulteriori pagamenti ogni 1.000 visualizzazioni di pagina. Inoltre la stessa società ha evidenziato come, a causa della condotta del proprio ex-dipendente, ci sia stata una evidente diminuzione delle visite sul proprio sito (in quanto i follower dell’Account twitter non erano più indirizzati al sito di PhoneDog). Ciò ha comportato sia una diminuzione degli introiti derivanti dal numero di visualizzazioni di pagina, sia una minore propensione degli inserzionisti ad investire sul  sito di PhoneDog.

Sulla base di queste argomentazioni, quindi, la Corte ha respinto le eccezioni preliminari del convenuto. Resta, tuttavia, ancora in dubbio l’esito finale della controversia. Si tratta, infatti, di comprendere due questioni fondamentali: a) se i follower siano o meno assimiliabili ad un elenco di clienti b) se la società sia titolare non solo degli account Twitter da essa direttamente realizzati (cd. Account aziendali) ma anche degli account creati da propri dipendenti o collaboratori laddove utilizzati stabilmente per promuovere i prodotti o servizi aziendali.

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