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L’aumento di capitale nelle Startup Innovative costituisce uno dei passaggi fondamentali nella vita di questo nuovo tipo di aziende, per cui è necessario avere le idee ben chiare su quali siano gli aspetti da tenere in considerazione in questo tipo di operazioni.

 

Cos’è il capitale sociale?

In via preliminare occorre precisare che ogni Società, costituita o meno in forma di Start up Innovativa, ha un proprio capitale, definito appunto “capitale sociale”.

La funzione principale del capitale sociale è quella di garanzia patrimoniale nei confronti dei terzi: se una banca deve decidere se erogare un prestito oppure aprire una linea di credito verso una Società, uno degli indici che verranno presi in considerazione è proprio quello del capitale sociale.

Questo capitale consiste, nella maggior parte dei casi, in denaro, ma può anche essere costituito da altri beni mobili (macchinari, tavoli, librerie ecc.) o immobili (capannone o un ufficio di proprietà della Società), materiali (es. un’autovettura o un furgone “intestati” alla Start up) o immateriali (un marchio, un brevetto, un software ecc.) o, anche, dal lavoro di uno o più Soci (il cd. Socio d’opera o di servizi).

 

L’aumento di capitale

L’aumento di capitale, quindi, non è altro che un aumento di tutte quelle entità suscettibili di una valutazione economica che vengono appunto conferite alla Start up a titolo di capitale sociale (ma, ripetiamo, il discorso vale anche per gli altri modelli societari, seppur con alcune particolarità: ad es., nelle S.p.A. non esiste il cd. Socio d’opera o di servizi).

L’aumento può essere sottoscritto in primis da chi è già Socio della Startup (le regole generali, infatti, mirano a privilegiare il mantenimento della compagine sociale preesistente) o riservato a terzi (l’Investitore).

Nella delibera che autorizza l’aumento si può decidere di eseguire un aumento scindibile o inscindibile. Mettiamo il caso che la Startup decida di aumentare il capitale sociale di 10.000 Euro e di riservare la sottoscrizione di questo aumento a due Investitori terzi: si potrà decidere di eseguire l’aumento solo nel caso in cui entrambi gli Investitori partecipino (aumento inscindibile) oppure anche nel caso in cui solo uno dei due decida di effettuare la sottoscrizione (aumento scindibile).

L’aumento può essere gratuito, vale a dire senza alcun tipo di versamento (caso classico la Società decide di imputare le riserve disponibili risultanti dal bilancio regolarmente approvato a capitale, accrescendo le quote dei Soci già presenti: es. capitale sociale Euro 10.000, 2 Soci, ogni Socio ha una quota nominale pari ad Euro 5.000; a seguito dell’aumento gratuito, 5.000 Euro di riserve vengono imputate a capitale sociale, il quale, quindi, sarà pari a 15.000 Euro complessivi, così che ogni Socio sarà titolare di una quota nominale pari ad Euro 7.500) o a pagamento, nel qual caso, invece, vi saranno dei nuovi conferimenti (tornando al caso precedente, i 2 Soci dovranno versare ciascuno 2.500 Euro oppure gli stessi potranno decidere di riservare questo aumento di capitale ad un soggetto terzo che, versando 5.000 Euro, entrerà nel capitale sociale con un quota pari a quella dei Soci fondatori).

L’aumento può, infine, essere senza sovrapprezzo (vedi gli esempi sopra relativi all’aumento a pagamento) o con sovrapprezzo. Questa è l’ipotesi più frequente per le Startup, per cui proviamo a fare una simulazione di quello che potrebbe accadere.

La Vs. Startup ha un capitale sociale pari ad Euro 10.000 ed è composta da 2 Soci (Luigi e Laura); decidete di deliberare un aumento di capitale sociale a pagamento con sovrapprezzo riservato al Fondo di Investimento Alfa, il quale entrerà nella compagine sociale con una quota pari al 33,33% per un investimento complessivo di capitale di rischio pari a 100K.

In questo caso, 5.000 Euro verranno imputati a capitale, portandolo così a 15.000 Euro e i restanti 95.000 verranno invece imputati a riserva da sovrapprezzo, con una cap table finale di questo tipo:

  • Luigi, titolare di una quota di valore nominale pari ad Euro 5.000, rappresentativa del 33,33% del capitale sociale della Startup
  • Laura, titolare di una quota di valore nominale pari ad Euro 5.000, rappresentativa del 33,33% del capitale sociale della Startup
  • Alfa,  titolare di una quota di valore nominale pari ad Euro 5.000, rappresentativa del 33,33% del capitale sociale della Startup

Ovviamente è ben possibile, seppur raro, soprattutto nel mondo delle Start up, che la Società decida di effettuare un aumento di capitale a pagamento con sovrapprezzo che venga sottoscritto esclusivamente dai Soci.

A questo punto qualcuno potrebbe chiedersi quale sia la funzione del sovrapprezzo.

Il sovrapprezzo ha svariate funzioni: le principali sono quella di mettere in evidenza il delta (positivo) esistente tra il valore della Start up al momento della costituzione e quello al momento dell’aumento di capitale, nonché di costituire il “prezzo” per consentire a soggetti terzi di entrare nella compagine societaria.

Riguardo il primo punto, il valore di qualsiasi tipo di Società è all’inizio pari al capitale sociale sottoscritto, il cd. capitale sociale nominale (per ipotesi sempre 10.000 Euro), per cui, quando si decide di effettuare un aumento di capitale, quel valore avrà subito delle variazioni, positive o negative, determinate dalle vicende societarie (incremento o diminuzione del fatturato, nuove tecnologie sviluppate, contenziosi attivi o passivi in essere e così via).

Questo nuovo valore (definito come valore pre money o prima dell’investimento), che nel caso delle operazioni di investimento viene determinato a seguito della due diligence legale e fiscale, costituisce il punto di partenza per l’operazione di aumento.

Tornando all’esempio di prima, mettiamo il caso che il Fondo Alfa vi proponga, tramite la sottoscrizione di un Term Sheet, di investire 5.000 Euro e non più 100K. Ciò significa che, a seguito dell’aumento, il valore della Start up (cd. valore post money o post investimento) sarà pari ad Euro 15.000, mentre, nel caso in cui avesse investito 100K complessivi, quel valore sarebbe stato pari a 110.000 Euro (valore pre money, pari al capitale sociale preesistente 10.000 Euro + capitale investito 100.000).

Questo è l’esempio più semplice, in cui il valore pre money è pari al capitale sociale iniziale (10.000 Euro appunto), ma, come abbiamo specificato sopra, potrebbe anche accadere che il valore pre money sia diverso (ad es. 50.000 Euro). In questo secondo caso, ipotizzando che il Fondo Alfa investa sempre 100K, avremo un valore post money pari a 150.000 Euro, e così via…

Quando e perché si fa l’aumento di capitale nelle Startup?

A questa domanda abbiamo in parte già risposto: la funzione principale dell’aumento di capitale è quella di aumentare la garanzia patrimoniale di cui la Startup dispone e, quindi, migliorare l’operatività della stessa (se ad es. dovete effettuare un ordine di acquisto pari a 100.000 Euro, il Vs. fornitore potrebbe accontentarsi della garanzia costituita dal Vs. capitale sociale, qualora sia rilevante, oppure richiedervi garanzie specifiche, come una fideiussione, per ogni singolo contratto, per cui maggiore è il capitale sociale di cui disponete più sarete solidi verso l’esterno…).

Un’altra funzione è quella di far entrare nella compagine sociale soggetti terzi, mediante un aumento di capitale loro riservato.

Ripetiamo che, generalmente, l’aumento di capitale riservato a terzi è con sovrapprezzo, proprio perché il terzo, entrando in un momento successivo, sopporterà un “costo di entrata” maggiore.

Tornando sempre all’esempio di prima, il Fondo Alfa, il quale sottoscriverà una quota pari al 33,33% della Startup, verserà non solo il capitale necessario per l’aumento di capitale (5.000 Euro, così come avevano già fatto i 2 Soci al momento della costituzione), bensì anche il sovrapprezzo, pari a 95.000 Euro. Ovviamente ciò è giustificato dal fatto che il Fondo ritiene che la Start up abbia un potenziale di crescita, altrimenti l’investimento non verrebbe effettuato o verrebbe effettuato a condizioni diverse.

 

Chi decide riguardo l’aumento di capitale?

Nella maggior parte dei casi la decisione viene presa in sede assembleare con una delibera predisposta alla presenza di un Notaio (eh si, se volete aumentare il capitale sociale, dovete necessariamente “passare” dal Notaio), ma è anche possibile, qualora lo Statuto lo consenta, che la decisione possa essere presa direttamente dall’organo amministrativo.

Ovviamente questa differenza è apprezzabile più nelle Società strutturate che in quelle che muovono i primi passi, nelle quali, in genere, le decisioni vengono comunque prese all’unanimità.

Su questo punto, ad ogni modo, non è necessario soffermarsi troppo, dato che gli Investitori nel mondo delle Start up richiedono quasi sempre (soprattutto nei round di serie A) che la decisione in ordine all’aumento venga presa all’unanimità.

 

Quali sono le fasi?

Le fasi del procedimento sono sostanzialmente tre: delibera, sottoscrizione e liberazione delle quote, attestazione.

1. Delibera

Per poter deliberare l’aumento di capitale, la Start up dovrà verificare che le quote precedentemente emesse siano state liberate e che vi sia l’assenza di perdite.

Per quanto riguarda il primo punto è infatti possibile che, in sede di costituzione, Voi abbiate versato esclusivamente il 25% dei conferimenti, così come consentito dalla Legge (es. Marco e Federica costituiscono una Start up con un capitale sociale pari a 10K, versando solo 2.500 Euro nelle casse societarie al momento della sottoscrizione).

Per quanto riguarda il secondo punto, invece, la questione è più complessa e meriterebbe un approfondimento più ampio, dovuto anche ai cambiamenti subiti dalla dottrina e dalla giurisprudenza negli ultimi 20/30 anni; comunque, per cercare di orientarvi, possiamo dire che non avrete alcuna problema nell’ipotesi in cui le Vs. perdite siano inferiori ad 1/3 del capitale sociale (es. se il capitale sociale è 10K e la perdita accertata dalla situazione patrimoniale aggiornata è di 3K potete procedere senza problemi).

Cosa fare nel caso di mancanza di uno o entrambi i presupposti?

Non c’è da preoccuparsi, in quanto gli stessi possono essere integrati sia prima, sia contestualmente alla delibera (ricordate, infatti, che ogni delibera consta di più punti all’ordine del giorno, per cui è possibile modularne il contenuto a seconda delle esigenze).

Dopo esservi assicurati, da soli o mediante l’ausilio dei Vs. Avvocati e del Notaio, che vi siano tutti i presupposti, potete decidere se deliberare l’aumento di capitale e con quali caratteristiche (importo; scindibile o non scindibile; riservato o non riservato; gratuito o a pagamento; con o senza sovrapprezzo; con sottoscrizione contestuale o a termine).

2.1 Sottoscrizione

La seconda fase inizia con la sottoscrizione, per la quale generalmente si fissa un termine entro il quale devono pervenire le adesioni di coloro ai quali viene consentito di partecipare (in primis i Soci, a meno che non abbiano rinunciato al proprio diritto di opzione e poi eventualmente i terzi).

Tuttavia, nelle Startup capita non di rado che, soprattutto per i tagli di investimento minori, la sottoscrizione avvenga al momento della delibera, così da concentrare gli adempimenti.

2.2 Liberazione delle quote

L’ultimo atto della seconda fase consiste nella liberazione delle quote, espressione che può apparire di difficile comprensione, ma che in realtà fa semplicemente riferimento all’obbligo di effettuare i versamenti.

I principi generali impongono che, al momento della sottoscrizione, venga effettuato il versamento del 25% della parte di capitale sottoscritta (nel ns. caso il 25% di 5.000, vale a dire 1.250 Euro) e, se previsto, l’intero sovrapprezzo (nel ns. caso 95.000 Euro).

Ferme restando le soglie sopra dette, non è, quindi, ammessa la sottoscrizione senza il contestuale versamento del dovuto.

Come specificato sopra, tuttavia, nelle operazioni di investimento di piccolo taglio spesso succede che la sottoscrizione, così come i versamenti, siano effettuati contestualmente alla delibera.

3. Attestazione

Da ultimo, l’Amministratore dovrà, entro 30 giorni dall’avvenuta sottoscrizione dell’aumento, depositare per l’iscrizione nel Registro delle Imprese un’attestazione che l’aumento di capitale è stato eseguito.

Attenzione: fino a quando non effettuate tale iscrizione, l’aumento del capitale non può essere menzionato negli atti della Società, che sia o meno costituita in forma di Start up Innovativa.

L’Atto costitutivo e lo Statuto della Start up verranno, quindi, conseguentemente modificati con l’aggiornamento del capitale sociale, del numero di Soci e delle quote detenute da ciascuno.

Su questo punto occorre, tuttavia, aggiungere che, nel caso di aumento di capitale riservato a soggetti terzi, gli stessi avranno sicuramente richiesto, nel contratto di investimento, di inserire alcune clausole nello Statuto (ad es. le clausole di co vendita, come la drag along o la tag along).

 

CONTATTI

Avv. Daniele Costa

KBL Law

daniele.costa@kbl-law.com

 

L’immagine del post è stata realizzata da stevepb, rilasciata con licenza CC.

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