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Nel ciclo di vita di una Startup Innovativa arriva sempre il momento in cui occorre raccogliere denaro (la cd. fase di fundraising) per far crescere la propria azienda.

In questo breve articolo cercheremo, quindi, di fare chiarezza su alcuni concetti, per aiutarVi a focalizzare meglio i Vs. obiettivi.

Il primo dubbio che dovrete sciogliere è: conviene cercare capitale di rischio o di debito? Qual è la differenza?

Capitale di rischio

Con il termine capitale di rischio si fa riferimento al capitale (generalmente denaro, ma, all’occorrenza, potrebbe anche essere costituito da altri beni mobili, come scrivanie, pc ecc. o immobili, come un appartamento o un locale dove posizionare i macchinari) che viene conferito da un soggetto terzo alla Vs. Startup.

Tramite il suddetto conferimento, questo soggetto terzo entrerà a far parte della compagine sociale (vale a dire che diventerà un Vs. Socio) e, quindi, parteciperà al rischio di impresa (da qui l’etimologia dell’espressione “capitale di rischio”).

Le modalità per diventare Socio sono sostanzialmente due: aumento di capitale riservato o esercizio del diritto di opzione.

Chi lo conferisce?

Il capitale di rischio può essere di due tipi: pubblico o privato.

Quello di origine pubblica è più raro da trovare, perché lo Stato e gli enti territoriali (ad es. le Regioni) non hanno, come mission principale, quella di acquisire e gestire partecipazioni sociali in Società, essendo invece maggiormente deputate a “prestare soldi” a condizioni favorevoli alle aziende, che siano o meno Startup Innovative.

A conferma di quanto sopra precisato, i soggetti pubblici che investono nelle Startup generalmente lo fanno a condizioni particolari e differenti rispetto ai privati, ad esempio privilegiando le iniziative di co-investimento (investo nella Vs. Startup solo a condizione che vi sia almeno un altro investitore privato).

Un esempio di ente pubblico che ha, tra i propri compiti istituzionali, anche quello di sostenere le Startup Innovative mediante investimenti (rectius co-investimenti) è Lazio Innova.

Per quanto riguarda il capitale di rischio di origine privata, invece, c’è solo da scegliere tra Fondi di investimento, Business Angel, Venture Capital ecc..

Semmai il vero problema, ormai noto, risiede nella difficoltà di reperire i tagli di investimento più elevati (dai 5 M in su).

Acceleratori ed Incubatori

Un discorso a parte meritano gli Acceleratori e gli Incubatori, i quali forniscono alle Startup più meritevoli premi in denaro o percorsi di accelerazione/incubazione, mediante l’erogazione di una serie di servizi (postazione, Avvocato, Commercialista, Mentorship, formazione in materia di programmazione, marketing ecc.) in cambio della possibilità di “entrare” nel capitale sociale delle stesse a condizioni più o meno favorevoli.

In altri casi, invece, vengono erogati premi o grant in denaro alle Startup che riescono a sviluppare, entro un determinato termine, una nuova versione del proprio prodotto o una nuova release dell’App (questa modalità è quella generalmente adottata da alcune Corporate nazionali o internazionali).

In cambio, la Startup dovrà concedere alla Corporate uno o più vantaggi, tra cui:

– licenza gratuita e non esclusiva (ciò significa che la Startup può concedere la licenza di utilizzo anche ad altri soggetti) sul nuovo software

– facoltà di diventare soci della Startup mediante opzione o sottoscrizione di un aumento di capitale riservato

Capitale di debito

Il capitale di debito consiste in una somma di denaro che un terzo versa sul conto corrente intestato alla Startup, la quale dovrà restituirlo entro una data prefissata (questo capitale costituisce, quindi, un debito che la Vs. Società ha verso il terzo).

In altre parole, la Startup contrae un prestito o finanziamento o mutuo (per avere un’idea pensate al classico contratto di prestito/mutuo immobiliare che si stipula quando si acquista un appartamento).

I prestiti o finanziamenti possono essere pubblici o privati.

Quelli pubblici, in genere, vengono concessi da enti (es. Regioni o Comuni) o soggetti pubblici (Fondazioni pubbliche) a condizioni più favorevoli rispetto a quelle di mercato, vale a dire con tassi di interesse agevolati, nulli o, nei casi migliori, a fondo perduto (in quest’ultimo caso la Startup non è obbligata a restituire né il capitale né gli interessi).

I finanziamenti privati vengono concessi generalmente dalle Banche a condizioni di mercato o, in alcuni casi, da Fondazioni private a condizioni generalmente più favorevoli di quelle offerte dalle Banche.

Fondo di Garanzia per le Startup Innovative

Vi segnaliamo, tuttavia, che per i finanziamenti privati c’è la possibilità di accedere al cd. Fondo di Garanzia, gestito dal MISE (Ministero dello Sviluppo Economico).

La Banca, infatti, quando concede un prestito chiede sempre delle garanzie in cambio (anche qui basti pensare a quello che accade per i contratti di mutuo immobiliare, nei quali la Banca richiede garanzie reali, come l’ipoteca sulla casa e/o personali, ad es. la busta paga dei genitori o del coniuge).

Le PMI e le Startup Innovative, invece, possono fare ricorso al Fondo di Garanzia, il quale può arrivare a garantire fino all’80% della somma richiesta, agevolando sensibilmente l’accesso al credito.

Cosa scegliere?

La risposta, fin troppo facile, è: dipende!

Innanzitutto occorre capire se avete bisogno solo di risorse o anche di Soci che, oltre al denaro, possano portarvi altri vantaggi (capacità manageriali, contatti con fornitori o altri investitori, apertura di linee di business ecc.).

Se pensate che il Vs. team sia già sufficientemente assortito per “aggredire il mercato” e far crescere fatturato ed utili, allora cercate di raccogliere capitale di debito, se possibile a tassi agevolati o con la garanzia del Fondo del MISE o, meglio ancora, a fondo perduto.

Se, invece, avete bisogno non solo di denaro, ma anche di expertise, allora la strada migliore è quella di cercare nuovi Soci.

Qui si aprono una miriade di strade e ragionamenti che potete fare: come sopra specificato, i Soci pubblici sono più difficili da trovare, ma generalmente i Term Sheet e poi i contratti di investimento di natura pubblica sono meno severi di quelli privati.

Sottolineo generalmente, perché mi è capitato di predisporre contratti di investimento privati senza dover inserire alcune delle clausole divenute oramai “famigerate”, quali l’anti dilution o quelle in materie di corporate governance.

Dal punto di vista operativo, invece, è opportuno segnalare che nella maggior parte dei casi i Soci di natura privata sono più presenti e proattivi, rispetto a quelli pubblici, nell’espansione del business della Vs. azienda.

Il consiglio (che purtroppo spesso non viene seguito…) è quello di leggere con attenzione quello che firmate, sia che si tratti di atti non vincolanti (es. Term Sheet, MOU – Memorandum of understanding, LOI – Letter of intent/Lettere di intenti ecc.) o vincolanti (Contratti di investimento, contratti di opzione di acquisto o vendita – cd. put & call options ecc.).

 

CONTATTI

Avv. Daniele Costa

KBL Law

daniele.costa@kbl-law.com

 

L’immagine del post è stata realizzata da Tax Credits, rilasciata con licenza CC.

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